“Lavorare nella sostenibilità” suona un po’ come una di quelle frasi che vedi scritte sui profili LinkedIn di chi ha appena scoperto il significato di “carbon footprint”. Ma fermati un attimo. Dietro quella frase c’è molto di più di un trend: c’è un intero mondo in espansione, fatto di opportunità, nuove professioni e – spoiler – un futuro lavorativo più stabile di quanto pensi.
In un’epoca in cui le aziende non possono più ignorare l’impatto ambientale e sociale delle proprie attività, lavorare nella sostenibilità non è più un “nice to have”, ma una necessità. Per questo, vogliamo farti capire perché non è solo moda passeggera, ma una vera occasione di crescita professionale. E, cosa più importante, come puoi farne parte anche tu.
È la prima domanda che ci dobbiamo fare. Perché non si tratta solo di piantare alberi o bandire la plastica. “Lavorare nella sostenibilità” significa partecipare a progetti, ruoli e aziende che hanno come obiettivo quello di ridurre l’impatto ambientale e aumentare il benessere sociale. È un concetto molto ampio che tocca settori diversi: moda, energia, tecnologia, cibo, trasporti, edilizia, economia… praticamente tutto.
Ad esempio, un ingegnere può lavorare allo sviluppo di materiali a basso impatto per l’edilizia green; un marketer può specializzarsi in comunicazione ambientale; un esperto di supply chain può occuparsi di rendere la logistica più circolare e meno impattante. Insomma: non devi per forza essere un biologo marino per avere un impatto.
Non ci credi ancora? Allora parliamo di numeri.
Secondo l’International Labour Organization, la transizione verso un'economia più verde potrebbe generare oltre 24 milioni di nuovi posti di lavoro nel mondo entro il 2030. L’Unione Europea ha già inserito la sostenibilità come asse strategico nei suoi piani industriali, investendo miliardi per incentivare settori green, tra cui energia rinnovabile, agricoltura sostenibile, mobilità elettrica e economia circolare.
Anche in Italia, il trend è in forte crescita: il Rapporto GreenItaly di Unioncamere e Fondazione Symbola evidenzia che oltre il 40% delle imprese italiane ha investito in tecnologie green, e chi lo fa cresce più velocemente.
In pratica, i professionisti della sostenibilità stanno diventando indispensabili. E non parliamo solo di grandi aziende tech: anche piccole realtà locali, startup e ONG sono in cerca di profili capaci di portare avanti progetti ad alto impatto sociale e ambientale.
Ora veniamo alla domanda più concreta: quali sono i ruoli reali che potresti ricoprire se vuoi lavorare nella sostenibilità?
Ci sono professioni consolidate e altre più emergenti. Alcune richiedono competenze tecniche, altre più strategiche o comunicative. Ecco qualche esempio (senza fare un elenco infinito, promesso):
Ma esistono anche ruoli più soft, come comunicatori green, educatori ambientali, coordinatori di progetti sociali, fundraiser per ONG, ecc. Insomma: se hai una passione per la scrittura, i dati, l’ingegneria o la creatività, un posto per te c’è.
Sì e no. Dipende dal ruolo.
Per alcune posizioni tecniche (es. ingegneria ambientale, analisi dati, economia circolare) serve una formazione specifica. Ma per molti altri ruoli conta molto anche l’esperienza, la motivazione e la capacità di aggiornarsi.
Esistono oggi tantissimi corsi online gratuiti o a basso costo per specializzarsi in temi come ESG, circular economy, green communication o carbon accounting. Alcuni sono su piattaforme come Coursera, edX, FutureLearn. Altri, ancora più pratici e orientati al lavoro, li trovi su piattaforme come Kung-Fu Lab (ma ci torniamo alla fine).
In ogni caso, la cosa migliore è cominciare a piccoli passi.
Se stai ancora studiando, puoi scegliere un tirocinio in un’azienda che lavora su progetti sostenibili, oppure fare volontariato in ONG ambientali. Se lavori già in un settore diverso, puoi cercare di specializzarti con corsi mirati e proporre progetti sostenibili nella tua azienda.
Anche aggiornare il proprio CV e profilo LinkedIn con parole chiave legate alla sostenibilità può aiutare a farti trovare dai recruiter giusti. E attenzione: molte aziende valutano anche la coerenza del tuo percorso. Ad esempio, hai fatto esperienze che dimostrano sensibilità verso l’ambiente o il sociale? Fallo emergere!
Spoiler: sì, e sempre di più.
Certo, dipende dal ruolo e dal tipo di azienda, ma negli ultimi anni le professioni legate alla sostenibilità sono diventate più centrali e meglio pagate. Il Sustainability Manager, ad esempio, è spesso in cima alla catena decisionale e ha uno stipendio competitivo.
Anche chi lavora in ambito ESG o analisi dati ambientali può ambire a ruoli ben retribuiti, specialmente in multinazionali, consulenze e istituzioni finanziarie.
E se l’idea di “fare soldi” ti sembra in contrasto con la sostenibilità, sappi che oggi le due cose non sono più in conflitto. Anzi: lavorare nella sostenibilità ti permette di guadagnare bene facendo del bene.
Facile: futuro solido, anzi solidissimo. In un mondo sempre più attento all’impatto ambientale, sociale e umano delle sue scelte, chi ha competenze in sostenibilità avrà sempre un vantaggio competitivo.
Non è solo un trend passeggero da cavalcare. È un movimento globale che sta ridefinendo il modo in cui viviamo, consumiamo, lavoriamo e costruiamo comunità. E tu puoi farne parte, anche iniziando oggi.
Se ti interessa lavorare nella sostenibilità ma non sai da dove partire, Kung-Fu Lab è il tuo alleato perfetto. È una piattaforma pensata proprio per giovani che vogliono orientarsi nel mondo del lavoro in modo smart, veloce e gratuito.
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