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Foto sul CV: sì, no, o solo se sei bello?

Denny De Caro
5.5.2025

Indice

Ok, domanda da un milione di dollari: “Metto la foto sul CV o no?”
Chiunque, almeno una volta, se lo è chiesto. Magari mentre cercavi il font giusto per il tuo nome, o quando stavi per cliccare “salva in PDF” e ti sei accorto che mancava qualcosa. Quella casellina in alto a destra, spesso vuota, ti fissa. E tu ti chiedi: “Se ci metto la mia faccia, mi scartano? O magari mi prendono solo perché ho un bel sorriso?”

Spoiler: la verità è molto più interessante di quanto pensi. Non è solo questione di “sei fotogenico o no?”, ma anche di cultura, di contesto, di normative, di come funziona davvero il mondo del lavoro oggi.

Scopriamo insieme, senza giri di parole, se ha senso mettere la tua foto sul CV, quando è utile, quando è evitabile, cosa dice la legge e – soprattutto – come decidere in base a quello che vuoi ottenere. Pronto? Partiamo.

La regola d’oro: non è obbligatoria (ma dipende dal contesto)

Facciamola semplice: nessuno può obbligarti a inserire una foto nel tuo curriculum, almeno in Italia (e in gran parte dell’Europa). Anzi, secondo il Regolamento Europeo sulla protezione dei dati (GDPR), l’immagine del tuo volto è un dato personale sensibile, e i recruiter non dovrebbero chiedertela né usarla per discriminarti.

Quindi no, non sei legalmente tenuto ad allegare la tua faccia in ogni candidatura.

Detto ciò… siamo nel 2025. E il mondo del lavoro, specie nei settori creativi, digitali, comunicativi o legati all’immagine pubblica, funziona anche a colpo d’occhio. In alcuni contesti, mostrare la tua faccia – con un certo stile e coerenza – può aiutarti a farti ricordare, a sembrare più umano, più presente, più reale.

Non stiamo dicendo che ti assumeranno per il taglio di capelli. Ma l’immagine, nel mondo del lavoro moderno, è parte del pacchetto, proprio come la tua bio su Instagram o il tuo feed su LinkedIn. La foto è un elemento che parla di te. Quindi la domanda non è solo “devo metterla?” ma: che impressione voglio dare?

Perché potresti scegliere di metterla

Se vuoi distinguerti in mezzo a CV tutti uguali, una foto fatta bene può aiutare. Non perché devi sembrare un modello da passerella, ma perché trasmetti professionalità, personalità, presenza. Se stai cercando lavoro in settori dove conta anche il rapporto con le persone – tipo customer care, HR, comunicazione, PR, formazione, eventi – mostrare chi sei può rafforzare il tuo profilo.

La foto giusta (e poi ti spieghiamo quale sia) trasmette sicurezza, disponibilità, cura di sé. Non devi sembrare perfetto: devi sembrare tu, nella tua versione più autentica e professionale.

E poi ammettiamolo: i recruiter ti googlano. Se non hai la foto sul CV, andranno a cercarla su LinkedIn. Se nemmeno lì trovano nulla, magari pensano che tu sia poco presente, poco aggiornato, poco “digitale”. O che stai nascondendo qualcosa. Quindi: se scegli di non mettere la foto sul CV, assicurati almeno che il tuo profilo LinkedIn sia curato, aggiornato, e con una foto decente.

Quando è meglio evitarla

D’altra parte, ci sono contesti in cui è meglio non mettere la foto, punto. Se ti candidi per posizioni molto tecniche, formali, istituzionali o internazionali (tipo in UK, USA, Canada), non metterla è lo standard. In molti paesi anglosassoni, infatti, inserire la foto sul CV è addirittura sconsigliato, per evitare qualunque rischio di bias, pregiudizio o discriminazione.

Anche in Italia, se ti stai candidando per posizioni in pubbliche amministrazioni, enti accademici o bandi ufficiali, meglio lasciar perdere la foto. Qui conta più il merito che l’immagine, almeno in teoria.

Inoltre, se non hai una foto professionale, meglio nessuna foto che una brutta foto. Una selfie sfocata, una foto tagliata da una serata, una posa troppo casuale, o uno sfondo super disordinato… trasmettono disattenzione, superficialità, poca cura. E nel dubbio, meglio evitare che fare una cattiva impressione.

Ok, ma allora: se la metto, come deve essere?

Ecco i consigli spassionati per una foto CV che spacca:

  1. Luci naturali: niente flash sparaflashati. La luce del giorno è tua amica. Vicino a una finestra è perfetto.
  2. Sfondo neutro o ordinato: anche una parete chiara o un angolo curato della tua stanza va benissimo.
  3. Abbigliamento coerente: non serve la giacca e cravatta, ma nemmeno il pigiama. Vestiti come ti vestiresti a un colloquio.
  4. Sguardo in camera e sorriso naturale: vuoi sembrare accessibile, non una foto tessera da passaporto.
  5. Taglio verticale, mezzo busto: né troppo lontano né troppo zoomato. Dai spazio alla tua espressione.
  6. No filtri, no effetti, no Snapchat: sei su un CV, non su TikTok. Basta anche uno scatto semplice con lo smartphone, purché sia pulito e nitido.

Non hai nessuna foto decente? Falla. Chiedi a un amico con un minimo di occhio fotografico, prendi mezz’ora e scatta. È un investimento minuscolo, ma può fare la differenza.

Ma davvero i recruiter guardano la foto?

Sì. Anche se non dovrebbero farlo per giudicare, lo fanno per orientarsi, per ricordarsi dei candidati, per avere una prima impressione più “umana”. Ricorda: spesso ricevono decine, se non centinaia, di candidature al giorno. Una buona foto aiuta a fissarti nella memoria. E in un mondo dove la prima scrematura dura pochi secondi, ogni dettaglio conta.

Un dato interessante: secondo una ricerca di CareerBuilder, oltre il 30% dei recruiter dichiara di considerare l’aspetto del CV nel valutare un candidato. E la foto, in questo senso, è parte del layout visivo. Non è (solo) una questione di bellezza. È una questione di comunicazione visiva.

Il caso opposto: quando una foto ti penalizza

Attenzione però. Una foto può anche giocarti contro. Non solo se è brutta o poco curata, ma anche se – purtroppo – scatena bias inconsci. Sì, il mondo non è sempre giusto: etnia, età, genere, disabilità, possono portare a discriminazioni, anche involontarie.

Per questo, se senti di voler evitare ogni rischio di pregiudizio, sei pienamente legittimato a non mettere la tua foto, e concentrarti su un CV ultra curato, su un portfolio ben fatto, su una lettera motivazionale che colpisce. Non esiste una risposta giusta o sbagliata in assoluto: esiste solo ciò che ti fa sentire più a tuo agio e che funziona meglio per il tipo di ruolo e settore a cui punti.

La foto non è tutto, ma può aiutare

Mettere la foto sul CV non è obbligatorio, né sempre consigliato, né un male assoluto. È una scelta, punto. E come ogni scelta, ha senso solo se fatta con consapevolezza. Il CV perfetto non esiste, ma quello che racconta chi sei nel modo giusto per il tuo settore sì.

Quindi, la prossima volta che stai per salvare il tuo curriculum, chiediti:
✨ “Questa foto aggiunge valore al mio profilo?”
✨ “Rende la mia candidatura più riconoscibile?”
✨ “Mi rappresenta davvero?”

Se la risposta è sì, mettila con orgoglio. Se la risposta è no, lascia spazio al resto: competenze, esperienze, motivazione. Perché alla fine, non si tratta di bellezza. Si tratta di comunicazione. E di usare tutti gli strumenti che hai per fare colpo nel modo giusto.

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